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VIAGGIO
 


to — eppure ci trovammo seduti l’uno accanto all’altra sul letto.

Appunto; diss’ella — oggi bo fatto una borsellina al suo scudo; e gliela mostrerò. Si mise la mano nella tasca diritta ch’era dal mio lato, e andava frugando — poi nella tasca mancina — «L’avrò perduta!» — io non ho mai tollerata la mia impazienza con tanta tranquillità — e quando Dio volle, la borsellina si trovò nella tasca diritta — e la trasse — era di taffettà verde, foderata di raso candido trapuntato, larga appena che vi capisse lo scudo — me la diede in mano — era una bella galanteria — e me la tenni per dieci minuti sovra la palma, il cui rovescio posava sovra il ginocchio della fanciulla — ed io guardava la borsellina e talvolta chi mi stava da lato.

Uno o due punti s’erano scuciti nelle crespe del mio collarino — la gentile fille-de-chambre trasse, senza aprir bocca, il suo agoraio; infilò un ago; e li ricuciva — vidi ch’io tornava ad avventurare la gloria della giornata; e di volta in volta che la fanciulla serpeggiava tacitamente con le sue dita intorno al mio collo, io mi sentiva sfrondar sul capo l’alloro di cui la mia fantasia m’aveva già coronato.