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SENTIMENTALE
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mi, e riferire l’ambasciata — Ma io non v’ingannerò, gli soggiunsi — ciò che ho da dire non può importare a monsieur le duc; bensì assaissimo a me — C’est une autre affaire, mi diss’egli — Anzi no, per un galantuomo, diss’io — ma piacciavi, mio buon signore, di dirmi quando potrà egli un forestiero sperare accesso? Osservò il suo oriuolo e rispose: — Tra un pajo d’ore; non prima. La quantità delle carrozze nel cortile si conguagliava a quel calcolo; nè mi dava lusinga di più breve aspettativa. E s’io mi metteva a passeggiare per lungo e per largo senza un anima in quella sala con cui barattar tre parole, io per allora sarei stato a un di presso nella Bastiglia — E tornai tosto alla mia carrozza, dicendo al cocchiere che mi conducesse al cordon bleu, ch’era il prossimo albergo.

Ma per forza di fatalità, com’io credo — arrivo di rado al luogo per cui m’incammino1.

  1. «Quanto al punto capitale di questa lettera — povero me! il foglio è pieno, e il punto capitale mi resterà nella penna — e lo scriverò chi sa quando? non mi attenterò di promettere il quando; perchè io per destino sono fatto a sghembo; e vo innanzi e indietro tuttavia di traverso, nè posso saper dove riescirò co’ miei pensieri. Addio dunque.» — Lettere dell’autore, vol. iii.
 
 
12.