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VIAGGIO
 


to. Presentati al duca con la Bastiglia sul viso — ci giuoco la vita che tu in mezz’ora sei rimandato a Parigi, e scortato.

Credo, risposi — me n’andrò dunque, giuro a Dio! con tanta ilarità e disinvoltura che nulla più.

— E qui pure tu sbagli, replicai tosto — Yorick, un anima in calma non corre agli estremi — sta equabile nel suo centro — Egregiamente! esclamai — e in quella il cocchiere dava la volta verso la porta; e tanto ch’egli girò nel cortile e si fermò su la soglia, mi trovai sì ben convertito dalla mia predica, ch’io saliva le scale, nè come la vittima della giustizia che va su l’ultimo gradino a morire — nè in un pajo di salti come quand’io volo, o Elisa, a te per rivivere.

Presentandomi all’anticamera mi si fe’ incontro un tale — forse il maître-d’-hôtel — ma l’avresti creduto piuttosto uno de’ vicesegretarj; e mi disse che monseigneur era affaccendato. Ignoro al tutto, diss’io, con quali formalità s’ottenga udienza: sono mal pratico, e forestiere; e il peggio nelle congiunture d’oggi si è, ch’io sono inglese — Ciò non fa caso, mi rispos’egli — me gl’inchinai appena, soggiungendo ch’io aveva da parlare d’importanza a monsieur le duc. Il segretario gittò l’occhio verso le scale quasi volesse lasciar-