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SENTIMENTALE
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Per ciascheduna di quelle servilità io mi meritava la Bastiglia davvero.

Adunque quando fui in vista di Versailles rimanevami l’unico ripiego di rappezzare parole e sentenze e d’ideare attitudini e toni che mi conciliassero la buona grazia del signor duca — Or sì va bene; diss’io — O sì davvero! e mi ripigliai; bene! come l’abito che un presuntuoso sartore gli presentasse senza prima averlo attillato al suo dosso — Balordo! vedi in prima in viso monsieur le duc — esplora i caratteri che vi sono scolpiti — nota in che positura t’ascolta — considera l’abitudine del suo corpo e delle sue membra — E quanto al tono — il primo suono che gli esce di bocca te lo darà: ricava da tutto ciò un memoriale improvviso, nè potrà dispiacergli — anzi è verosimile ch’ei l’assapori poichè gl’ingredienti saranno suoi.

Eppure! vorrei esserne fuori, diss’io — E torna codardo! codardo! quasi che in tutto il cerchio del globo il mortale non fosse eguale al mortale? e s’egli è eguale nel campo, perchè non anche a tu per tu in una stanza? Credimi, Yorick; chi si tiene dappoco, è traditore di sè stesso: la natura è avara alle volte d’alcuna difesa all’uomo; ma l’uomo butta via le altre dieci ch’essa gli hada-