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118 VIAGGIO

tamente ringraziato, si soffermò per ripetermi — che mi ringraziava.

È un tenue tributo, le dissi, ch’io doveva offerire alla virtù: e non vorrei, per quanto v’è nel mondo, avervi pigliata in iscambio — ma io, o giovinetta, io ti ravviso l’innocenza sul volto — e tristo colui che ordisse un laccio a’ suoi passi.

La giovinetta a queste parole si lasciò vedere alquanto commossa; e a me parve d’udire un sospiro — ma io non poteva arrogarmi di chiederne conto — nè più dissi parola sino al canto della rue de Nevers ove dovevamo dividerci.

— Ma si va egli di qua, mia cara, le dissi all’hôtel de Modène? Rispose, che sì — benchè, soggiuns’ella, vi si vada anche per la rue de Guenégaud — che è la via dopo questa — Adunque piglierò quella via, replicai; sì per mio piacere, sì per proteggervi quanto più a luogo io potrò della mia compagnia. La giovinetta sentì la mia cortesia — E vorrei, disse, che l’hôtel de Modène fosse nella rue de SS. Pères — Ci state di casa? diss’io — Risposemi, ch’era fille-de-chambre de madame de R*** — Bontà divina! esclamai; la dama appunto a cui reco una lettera d’Amiens — E credo, tornò a dir la fanciulla, che madame de R*** aspetti un forestiero, e le pare mill’anni — Pre-