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sentimentale | 101 |
canicamente traducendo sempre lungo la via: e mi sono più d’una volta soffermato dietro il cerchio di quelle persone tra le quali non si dicono tre parole1, e donde riportai meco venti diversi dialoghi che avrei potuto scrivere a penna corrente, e giurarvi.
Me n’andava una sera a un concerto del Martini in Milano, e mentre io poneva il piè su la soglia di quella sala, la marchesina F*** uscivane in furia — e mi fu addosso che appena la vidi — balzo da un lato per darle il passo — e balza anch’essa, e dal medesimo lato; e le nostre teste si picchiano, s’ella non si scansa lestissima per uscire dall’altra parte — e la disgrazia mi caccia per l’appunto a ritorle il passo da quella parte — saltiamo insieme, torniamo insieme — e via così — da farci ridere dietro; e le vidi in volto il rossore ch’io sentiva e non poteva più tollerare in me stesso: e feci alla fine com’io doveva pur fare alla prima — non mi mossi; e la marchesina non trovò impedimento: ma io non trovava più modo d’entrare, se innanzi non mi fermava ad accompagnarla per tutto il corridojo con