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100 | viaggio |
pera) con un gran pajo d’occhiali. Ma non sì tosto m’assisi, si levò gli occhiali, li ripose in una custodia di pelle, e se li serbò in tasca col libro. Mi rizzai, e gli feci un inchino.
Traduci in qual più vuoi lingua colta del mondo — significa:
«Vedi un povero forestiero che vien nel palchetto — e’ pare ch’egli non conosca veruno; e quando pur soggiornasse sette anni in Parigi, non conoscerà probabilmente veruno se tutti a’ quali ei s’accosta, si terranno gli occhiali sul naso — così gli si chiuderebbe l’uscio della conversazione formalmente sul viso — trattandolo peggio assai d’un tedesco».
Nè l’ufficiale francese avrebbe potuto dirmelo a voce più chiaramente; e dov’ei me l’avesse detto, gli avrei tradotto il mio inchino in francese, rispondendogli: «Ch’io apprezzava la sua gentilezza, e gliene rendea mille grazie».
Non so di verun secreto che più agevoli il commercio sociale, quanto l’impratichirsi di questa specie d’abbreviatura per tradurre in un batter d’occhio i varj cenni delle fattezze e delle membra, e tutte le loro pieghe e lineamenti — tradurli in piane parole. Ed io mi ci sono tanto assuefatto che girando per Londra, vo quasi mec-