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ta; penetrante sino a mirarmi nel cuore e ne’ lombi1 — parrà incredibile; ma io propriamente me lo sentiva.

— Non fa caso; diss’io pigliando, e riponendomi in tasca le due paja che mi trovai più vicine.

Conobbi che la bellissima grisette non me le rincarò neppur d’una lira — ed io bramava a ogni modo che mi chiedesse almeno una lira di più, e mi stillava il cervello per trovar verso a rifare il contratto — E le par egli? mio caro signore, diss’ella, vedendomi in pensiero e sbagliando; le pare, ch’io venissi a chiedere un soldo di più a un forestiere? — a un forestiere che per civiltà, più che per bisogno di guanti, mi onora e si fida di me? — m’en croyez vous capable? — Dio me ne guardi! risposi; ma sareste sempre la ben venuta — Le contai dunque il danaro, e con un saluto più rispettoso, che per lo più non s’usa ad una merciaja, me ne andai; e il fattorino col suo pacchetto mi venne appresso.


XXXV. LA TRADUZIONE

PARIGI


Nel palchetto assegnatomi mi trovai solo con un

  1. Scrutans corda et renes, Psal. vii. 10. — Et lumbi mei impleti sunt illusionibus. Ps. xxxvii. 8.