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Confesso che non sì tosto fui tutto solo nella camera dell’hótel, le adulatrici speranze che mi scortavano sino a Parigi fuggirono a un tratto umiliate. Io m’accostava con gravità alla finestra vestito del mio polveroso abito nero, e osservando da’ vetri, io vedeva gran gente a drappelli che in panni gialli, verdi ed azzurri correvano l’arringo del piacere — i vecchi con lance spezzate, e con elmi che aveano perduta omai la visiera — i giovani con armatura sfolgorante d’oro tersissima, lussureggianti d’ogni più gaia penna d’oriente — e tutti — tutti — emulando i cavalieri incantati, che ne’ torneamenti del buon tempo antico armeggiavano per la gloria e l’amore.

E gridai: Ahi povero Yorick! e che puoi tu far qui? alla prima tua prova in questa splendida giostra tu se’ ridotto subito al niente — ricovrati — ricovrati in uno di que’ tortuosi viali che un tourniquet1 suole proteggere dalla prepotenza

    dei gareggiar pubblicamente co’ ricchi, bensì comperarti la loro privata conversazione a prezzo d’ossequio, da che, malgrado il tuo ingegno, non si degneranno di stare mai teco a tu per tu — Ma l'autore al cap. lxii ti spiegherà più liberalmente questo periodo alquanto enigmatico.

  1. Quell’arganello piantato ne’ capi d’alcuni sentieri de’ passeggi pubblici affinchè non vi passino che i pedoni.