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lenza, dal che ne seguivano sanguinosi combattimenti. Su le sepolture degli antichi Slavi, che trovansi pe’ boschi, e luoghi deserti della Morlacchia, veggonsi di frequente scolpite a rozzo bassorilievo queste zuffe1.

Condotta alla Chiesa la Sposa velata, e coronata fra gli Svati a cavallo, e compiute le sagre cerimonie, fra gli spari di pistolle, d’archibugi, e urli barbarici, e grida romorose d’allegrezza viene accompagnata alla casa paterna, o a quella dello Sposo se sia poco lontana. Ognuno degli Svati à qualche particolare ispezione, tanto nel tempo della marcia, che in quello del convito, a cui si dà mano subito dopo finite le funzioni della Chiesa. Il Parvinaz precede gli altri tutti, cantando in qualche distanza; il Bariactar va sventolando una bandiera di seta attaccata a una lancia, su la di cui punta è conficcata una mela; i Nariactari sono due, e quattro negli Sposalizj più nobili. Lo Stari-Svat è il principale personaggio della brigata, e suol essere rivestito di questa dignità il più orrevole uomo del parentado. Lo Stacheo è destinato a ricevere gli ordini dello Stari-Svat. I due Siveri, che quando ve n’abbiano deggiono essere i fratelli dello Sposo, servono la giovane. Il Kuum è il Compare al nostro modo d’intendere; Lomorgia, o Seksàna, è il deputato alla custodia della cassa dotale. Ciaus porta una mazza, e tien in ordine la marcia come maestro di ceremonie; egli va cantando ad alta voce: Breberi, Davori, Dobra-srichia, Jara, Pi-

  1. Ve n’ànno spezialmente nel bosco fra Gliubuski, e Vergoraz, su le sponde del Trebisat, lungo la via militare, che da Salona conduceva a Narona. A Lovrech, a Cista, a Mramor, fra Scign, e Imoski, se ne veggono pur molte. Ve n’à una isolata a Dervenich in Primorje, detta Costagnichia-greb; così a Zakuçaz, dove dicesi eretta sul luogo del combattimento.