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sta è il segnale della loro verginità; molte file di monete d’argento, fra le quali benespesso ve n’ànno d’antiche, e pregevoli, la rendono adorna alle più riguardevoli, che sogliono appendervi anche de’ lavori a filigrana fatti in foggia d’orrecchini, e delle catenelle d’argento, con mezze-lune attaccate all’estremità. In alcune si veggono collocate varie paste di vetri coloriti legate in argento. Le povere ànno la berretta spoglia d’ogni ornamento, o talvolta adornata soltanto di conchigliette esotiche, di pallottoline di vetro infilzate, o di lavori circolari di stagno. Uno dei principali meriti delle berrette, che costituisce il buon gusto delle giovani Morlacche più sfarzose, si è il fermar l’occhio colla varietà degli ornati, e il far romore al minimo scuotimento del capo. Quindi catenelle, cuoricini, mezze-lune d’argento, o di latta, pietre false, e chiocciolette, e sì fatte altre cianfrusaglie vi trovano luogo. In alcuni distretti piantansi sulla berretta de’ fiocchi di penne colorite, che rassomigliano a due corna; in alcuni altri vi mettono de’ pennacchi tremolanti di vetro, in altri de’ fiori finti, che comprano alle marine; e fa d’uopo confessare, che fra la varietà di que’ capricciosi, e barbari ornamenti vedesi qualche volta spiegata una sorte di genio. Le camicie dei dì solenni sono ricamate di seta rossa, e talvolta d’oro; sogliono lavorarle elleno stesse seguendo le loro greggie al pascolo, ed è meraviglia, che trapuntino così bene i loro ricami, senza verun sostegno del lavoro, e vagando. Queste camicie sono chiuse al collo da due fermagli, cui chiamano maite, e aperte lungo il petto come quelle de’ maschi. E donne, e fanciulle portano al collo grossi fili di pallottole di vetro di varia grandezza, e color barbaricamente confusi; alle mani quantità d’anella di stagno, d’ottone, e d’argento; ai polsi smaniglie di cuojo coperte di