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chiamate Petizze, quando nel rovescio abbiano l’immagine della Vergine col bambino Gesù sostenuto dal braccio diritto. Il dono d’una di queste monete è carissimo sì agli uomini che alle donne di Morlacchia.
I Turchi del vicinato, che portano con divozione i Zapiz superstiziosi, e che arrecano sovente regali, e fanno celebrar delle Messe alle immagini della Vergine (cosa, ch’è per certo in contraddizione coll’Alcorano) per un’altra contraddizione opposta, non rispondono al saluto fatto col santo Nome di Gesù. Quindi lungo il confine loro quando s’incontrano i viandanti non usano dire, come ne’ luoghi men lontani dal mare, huaglian Issus, sia lodato Gesù, ma, buaglian Bog, sia lodato Iddio.
§. 9. Costume.
L’innocenza, e la libertà naturale de’ secoli pastorali mantiensi ancora in Morlacchia; o almeno ve ne rimangono grandissimi vestigj ne’ luoghi più rimoti dai nostri stabilimenti, La pura cordialità del sentimento non vi è trattenuta da’ riguardi, e dà di se chiari segni esteriori senza distinzione di circostanze. Una bella fanciulla Morlacca trova un uomo del suo paese per la strada, e lo bacia affettuosamente, senza pensare a malizia. Io ò veduto tutte le donne, e le fanciulle, e i giovani, e i vecchi di più d’una Villa baciarsi fra loro, a misura che giungevano su’ piazzali delle Chiese, ne’ giorni di festa. Sembrava, che quella gente fosse tutta d’una sola famiglia. Ò poi osservato cento volte la medesima cosa pelle strade, e pe’ mercati delle Città maritime, dove i Morlacchi vengono a vendere le loro derrate. Ne’ tempi di feste, e chiasso, oltre al bacio corre qualche altra libertatuccia di mani, che noi troveressimo poco decente, ma presso di loro non passa per