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dita, com’è ben naturale, perchè stava immerso nel sonno, ma destatosi incominciò a dolersi, e sentì che avea vuoto il luogo del cuore. Un Zoccolante, che stava a giacere nel medesimo luogo, ma non dormiva, avea veduto bensì l’operazione anatomica delle streghe, ma non avea potuto impedirle, perchè lo aveano ammaliato. La malia perdè la forza allo svegliarsi del giovane scuorato, ed entrambi vollero castigare le due ree femmine: ma queste s’unsero in fretta con certo unguento d’un loro pignattino, e volarono via. Il Frate andò al camino, e trasse dalle bragie il cuore di già cotto, e lo diè da mangiare al giovane, che com’è ben ragionevole, guarì tosto che l’ebbe trangugiato. Sua Riverenza faceva, e fa forse ancora questo racconto, giurandone la verità sul suo petto; nè la buona gente si credeva, o si crede permesso di sospettare, che il vino l’avesse fatta travedere, o che le due femmine, una delle quali non era vecchia, fossero volate via per tutt’altra ragione, che per essere streghe. Come v’ànno le maliarde, chiamate Vjèstize, così vicino al male trovasi il rimedio, e vi sono frequenti le Bahòrnize, peritissime nel disfare le malie. E di queste due opposte podestà guai all’incredulo, che dubitasse!
Fra le due Communioni Latina, e Greca passa, secondo il solito, una perfettissima disarmonia; e i rispettivi Ministri delle Chiese non mancano di fomentarla: i due partiti raccontano mille storielle scandalose l’uno dell’altro. Le Chiese de’ Latini sono povere, ma non assai sporche; quelle de’ Greci sono egualmente povere, e sudice vergognosamente. Io ò veduto il Curato d’una Villa Morlacca seduto in terra sul piazzale della Chiesa ascoltare le confessioni delle femmine inginocchiateglisi di fianco; strana positura per certo, ma che prova l’innocenza del costume di que’ buoni popoli. La ve-