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che divenghino ogni giorno più mostruosamente complicate. I Morlacchi credono alle streghe, ai folletti, agl’incantesimi, alle apparizioni notturne, a’ sortilegi così pervicacemente, come se ne avessero veduto l’effetto in pratica le mille volte. Credono anche verissima l’esistenza de’ Vampiri; e loro attribuiscono, come in Transilvania, il succhiamento del sangue de’ fanciulli. Allor che muore un uomo sospetto di poter divenire Vampiro, o Vukodlak, com’essi dicono, usano di tagliargli i garetti, e pungerlo tutto colle spille, pretendendo che dopo queste due operazioni egli non possa più andar girando. Accade talvolta, che prima di morire qualche Morlacco preghi gli Eredi suoi, e gli obblighi a trattarlo come Vampiro, prima che sia posto in sepoltura il suo cadavere, prevedendo di dover avere gran sete di sangue fanciullesco.
Il più audace Haiduco fuggirebbe a tutte gambe dall’apparizione di qualche spettro, anima, fantasima, o altra sì fatta versiera, cui non mancano mai di vedere le fantasie bollenti degli uomini creduli, e prevenuti. Essi non si vergognano di questo terrore; e rispondono a un di presso col detto di Pindaro: „la paura, che viene dagli spiriti, fa fuggire anche i figliuoli degli Dei“. Le Donne Morlacche sono, com’è ben naturale, cento volte più paurose, e visionarie de’ maschi, e alcune di esse a forza di sentirselo dire si credono veramente streghe.
Molti incantesimi sanno fare le vecchie streghe in Morlacchia; ma uno de’ più comuni si è quello di togliere il latte alle vacche altrui per far che n’abbiano in maggior quantità le proprie. Ma ne fanno anche di più belle. Io so d’un giovane, a cui mentre dormiva fu tratto il cuore da due streghe, che lo si voleano mangiar arrosto; il poveruomo non s’avvide della sua per-