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ma origine, sembra sieno derivati i fratelli giurati, che fra la nostra plebaglia sono frequenti, e in molti luoghi ancora fuori d’Italia. La differenza, che passa fra questi nostri, e i Pobratimi di Morlacchia, si è non solamente che vi manca la ceremonia del Rituale, ma ancora che nelle contrade Slavoniche ogni sorte d’uomini per vantaggio reciproco, nelle nostre i facinorosi, e prepotenti sogliono più che gli altri congiungersi, e affratellarsi per danno, e inquietudine delle popolazioni. I doveri degli amici così legati sono d’assistersi l’un l’altro in qualunque bisogno, o pericolo, il vendicare i torti fatti al compagno, ec. Eglino usano di spingere l’entusiasmo dell’amicizia sino all’azzardare, e perdere la vita pel Pobratime, nè di tali sagrifizi sono rari gli esempj, quantunque non si faccia tanto romore per questi amici selvaggi come pegli antichi Piladi. Se accadesse, che fra’ Pobratimi si mettesse la discordia, tutto il paese vicino ne parlerebbe come d’una novità scandalosa; ed accade pur qualche volta a’ dì nostri, con afflizione de’ vecchiardi Morlacchi, i quali danno la colpa alla mescolanza cogl’Italiani della depravazione de’ loro compatriotti. Il vino, e i liquori forti, de’ quali la Nazione incomincia a far abuso quotidiano sul nostro esempio, vi produce discordie, e tragedie, come fra noi.

Se le amicizie de’ Morlacchi non peranche corrotti sono forti, e sacre, le inimicizie loro sono poi per lo più inestinguibili, o almeno molto difficilmente si spengono. Esse passano di Padre in Figlio; e le Madri non mancano di ricordare a’ teneri fanciulli il dovere che avranno di vendicar il genitore, se per mala ventura fosse stato ucciso, e di mostrar loro sovente la camicia insanguinata, o le armi del morto. La vendetta è così immedesimata nell’anima di questa Nazione, che tutti