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trare chi m’abbia chiesto un quattrino. Io sì, che ò avuto bisogno sovente di chieder qualche cosa a’ pastori meschini, ma però liberali di quanto aveano; e molto più frequentemente, attraversando le loro campagne nel bollore della State, ò incontrato poveri mietitori, che venivano spontaneamente ad offerirmi, con una cordialità che m’inteneriva, l’otre da bere, e porzione delle loro rustiche provvigioni.
La domestica economia non è intesa punto dai Morlacchi comunemente; eglino somigliano in questo particolare agli Ottentotti, e danno fondo in una settimana a quanto dovrebbe loro bastare per molti mesi, solo che si presenti un’occasione di far galloria. Il tempo delle nozze, il dì solenne del Santo Protettore della famiglia, l’arrivo di parenti, o d’amici, e qualunque altro motivo d’allegria fa, che si beva, e si mangi intemperantemente quanto v’è in casa. È poi economo, e castiga se stesso il Morlacco nell’usar delle cose destinate a ripararsi dall’intemperie delle stagioni; di modo che se à il berretto nuovo, e la pioggia lo sorprenda, egli se lo trae, amando piuttosto di ricevere sul capo scoperto, e nudo la procella, che di guastare troppo presto il berretto. Così si trae le scarpe, se incontra fango, quando le non sieno più che sdruscite.
La puntualità del Morlacco è pell’ordinario esattissima, quando l’impossibilità non vi si opponga insuperabilmente. Se accade, che non possa restituire al prescritto tempo il denaro preso ad imprestito, egli viene con qualche presentuccio dal suo creditore a chiedere un termine più lungo. Avviene benespesso, che di termine in termine, e di regalo in regalo, egli paghi senza riflettervi il doppio di ciò, che dovrebbe.