Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/73

po esorbitantemente moltiplicati Haiduci avessero un fondo di carattere tristo! Eglino menano una vita da lupi errando fra precipizj dirupati, e inaccessibili, aggrappandosi di sasso in sasso per iscoprir da lunge le insidie, agitati da un continuo sospetto, esposti all’intemperie delle stagioni, privi sovente del necessario alimento, costretti ad arrischiar la vita per procurarselo, e languenti nelle più orrende, e disabitate sinuosità delle caverne. Non sarebbe da meravigliarsi, se frequentemente si udissero tratti d’atrocità da questi uomini insalvatichiti, e irritati dal sentimento sempre presente d’una sì miserabile situazione; è ben da stupire, che, lungi dall’intraprendere cos’alcuna contro le persone, alle quali credono dovere le proprie calamità, essi rispettino pell’ordinario la tranquillità de’ luoghi abitati, e sieno scorte fedeli de’ viandanti. Le loro rapine ànno per oggetto gli animali bovini, e le pecore, cui traggono nelle loro spelonche, onde avervi di che nudrirsi, e far provvisione di cuojo per le scarpe. Sembra un tratto di barbara indiscretezza l’uccidere il bue d’un poveruomo per servirsi solamente d’una picciola porzione della carne, e della pelle; ed io ò sentito più volte chi ne faceva amare, e giuste doglianze contro gli Haiduci. Non mi passerebbe mai pel capo di voler far loro l’Apologia su di questo: ma non si dee però lasciar di riflettere, che le Opanche, o scarpe sono per quegl’infelici un affare di prima necessità, da che trovansi condannati a trarre una vita errante per luoghi asprissimi, ignudi d’erba, e di terra, coperti di punte acutissime di duri macigni, rese vieppiù scabrose, e taglienti pell’ingiurie dell’aria, e de’ secoli. Accade talvolta, che la fame cacci delle partite di Haiduci alle capanne de’ pastori, dove chiedano violentemente da mangiare, e se ne tolgano a forza, se peravventura venisse loro negato. In sì fatti casi, chi fa resisten-