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La differenza grandissima del dialetto, del vestire, dell’indole, delle usanze, sembra provare chiaramente, che gli abitanti delle contrade maritime della Dalmazia non ànno la medesima origine, che i transalpini, o che la deggiono riconoscere da tempi assai differenti, e da circostanze alteranti persino il carattere nazionale. Sono anche diverse fra loro le varie popolazioni della Morlacchia, in conseguenza delle diverse contrade d’onde vennero, e delle moltiplici mescolanze, cui dovettero sofferire ne’ cangiamenti replicati di patria, ne’ tempi d’invasioni, e di guerre le loro famiglie. Gli abitanti del Kotar sono generalmente biondi, cogli occhi cilestri, la faccia bislarga, il naso stiacciato; caratteri che convengono anche assai comunemente ai Morlacchi delle pianure di Scign, e di Knin; quelli di Duare, e di Vergoraz sono di pel castagno, di faccia lunga, di colore olivastro, di bella statura. L’indole delle due varietà è anch’essa varia. I Morlacchi del Kotar sono pella maggior parte di maniere dolci, rispettosi, docili; quelli di Vergoraz aspri, alteri, audaci, intraprendenti. Eglino deggiono alla loro situazione fra’ monti inaccessibili, e sterili, dove spesso nasce il bisogno, e si ricovera l’impunità, una fortissima inclinazione al rubare. Forse scorre ancora nelle loro vene l’antico sangue de’ Varalj, degli Ardiei, e degli Autariati, che fra quelle montagne furono confinati dai Romani1. Pell’ordi-

  1. „Al fiume Narone sono vicini gli Ardiei, Daorizi, e Plerei... Le meno rimote età chiamarono gli Ardiei Varalj. I Romani li cacciarono fra terra allontanandoli dal mare, perchè mettevano ogni cosa a ferro, e a fuoco, rubando; e li costrinsero a coltivare la terra. Il paese loro è per verità aspro, sterile, e degno d’abitatori selvaggi; quindi n’avvenne, che la Nazione s’è quasi spenta. Strab. lib. VII.