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simi, e laboriosi studj si richiederebbono per mettere in lume sì fatte anticaglie; e forse ogni studio vi sarebbe gettato. V’ebbe un dotto vostro Nazionale; Mylord, che scrisse della somiglianza della lingua Britannica coll’Illirica1; nè per vero dire senza qualche ragione. Le voci stina, meso, med, Biskup, brate, sestra, sin, Sunze, smull, mliko, snigh, voda, greb, corrispondono molto a quelle, che voi usate per nominare Pietra, carne, miele, Vescovo, fratello, sorella, figlio, Sole, bicchiere, latte, neve, acqua, sepoltura. Sarebbe da esaminare, se come si trovano queste voci nella lingua Germanica, passata co’ Sassoni in codesta vostra Isola nobilissima, così si trovassero anche in qualche dialetto degli Antichi Celti Settentrionali. Io vorrei però, in ogni caso, esser cautissimo prima di decidere; e forse non lo sarei, sino a tanto che non vedessi delle rassomiglianze palpabili d’un corpo di Lingua coll’altro. La frequenza di voci esotiche mescolatesi nella nostra Italiana, (quantunque non si possa ragionevolmente dire, che gl’Italiani discendono da Nazioni straniere) prova, che indipendentemente dalle origini d’un Popolo ponno trovarsi molte parole nel di lui idioma comuni ad un altro. Per ommettere gli Arabismi, i Grecismi, i Germanismi, i Francesismi della lingua Italiana raccolti già dal Muratori, e da altri, non à ella un grandissimo numero anche di Slavonismi? Abbajare viene da oblajati; svaligiare da svlaçiti, barare da variti, e varati; tartagliare, da tartati; ammazzare da maç, spada, e dal derivato maçati; ricco da srichian, fortunato; tazza da çassa; coppa da kuppa; danza da
- ↑ Brerevood, De scrut. Relig.