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pidefatti. Non si può negare, che sian aspre, ed orride alcune delle montagne di questo Regno; ma fa d’uopo anche aggiungere, che v’ànno ampj Distretti, ne’ quali montagne non s’incontrano giammai, e che fra le montagne ancora v’ànno delle Valli amenissime, e feconde. Il mio concittadino Donati à nel suo Saggio dato anche qualche poco favorevole cenno del carattere dei Popoli, che abitano l’interno di questa Provincia; ed egli ebbe il torto, alla pagina iii, prendendo a dirci, che il timore cagionato dalla barbarie de’ popoli, e dal pericolo delle ricerche trattenne lo Spon, e il Wheler dall’internarsi nella Dalmazia mediterranea. Chiunque sa, che questi due viaggiatori erano diretti pel Levante, imbarcati su d’una Nave Pubblica Veneziana, e per conseguenza costretti a dilungarsi poco dal lido, allorchè afferravano qualche Porto, non vorrà crederlo. Lo Spon trovò poi tanta e sì generosa ospitalità ne’ luoghi maritimi, e segnatamente a Spalatro, e fu sì contento dell’onestà, e ragionevolezza delle guide Morlacche, dalle quali fu accompagnato in qualche sua picciola escursione a cavallo, che non avrebbe mai sognato di temere la barbarie de’ popoli fra terra. È facile il consultare lo Spon medesimo nel primo Tomo del viaggio, dove rende conto della sua gita a Clissa. Se V. E. avrà la pazienza di leggere un giorno o l’altro i dettagli di quanto io ò personalmente su di questo proposito veduto cavalcando fra’ Morlacchi, non vorrà più credere, che questa Nazione sia barbara a segno di render pericoloso il viaggiare pelle contrade ch’ell’abita.