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§. 18. Del rivo Bribirschiza, e di Morpolazza.

Per esaminare davvicino lungo il loro corso le acque, che impaludano sotto Ostrovizza, io andai a traverso delle sue campagne sino alle fonti della Bribirschiza, considerabile rivo, che scaturisce dalle radici dell’erto colle, su di cui veggonsi ancora le rovine di Bribir, antica residenza d’una possente famiglia di Bani della Dalmazia, che fè gran figura nel XIV. secolo. Esaminando il corso della Bribirschiza, trovai molte petrificazioni di grandi Ostraciti erranti, e guaste dalla fluitazione, e più presso alla fonte parecchie spezie di Turbiniti, e Bivalvi semicalcinati, conservatissimi e lucenti, nell’argilla petrosa azzurra. Niuna delle varietà, ch’io vi osservai, frugando, e rompendo pietre col mio martello Orittologico, vive nei mari nostri. I gran massi di breccia, che sembrano in qualche luogo rovinati dalla sommità, lungo le sponde del rivo, sono di formazione submarina, e fra ghiaja, e ghiaja tengono imprigionate molte varietà di testacei calcinati, riconoscibili ancora malgrado il loro stiacciamento, alcuni de’ quali mi parvero simili ai nostrali.

Nel ritornarmene al lido del mare, attraversai l’ampia, e bella pianura di Morpolazza, fiancheggiata da poco abitate colline, e divisa per lungo da un canale destinato a scaricare le acque de’ rivoli, e delle paludi vicine. Il fondo di questa campagna quasi del tutto incolta è di terra marnosa, al formare la quale sembra debbano essere concorsi i guscj de’ piccioli Turbiniti, che in infinito numero vi sono d’anno in anno abbandonati dalle acque, che partendo dai colli superiori a Sopot sogliono allargarla. Il canale di Morpolazza mette capo nel Lago di Scardona, dopo trenta buone miglia di corso, col nome di Goducchia. Probabilmente nel sito,