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Fu presa da Solimano del 1524. ma poi ripassò sotto il felice Dominio Veneto. Adesso non à più verun vestigio di fortificazione, ed è un masso ignudo, e isolato.

Io ò fatto disegnare una picciola prospettiva de’ colli d’Ostrovizza (Tav. III.), perchè le loro sommità mostrano assai manifestamente la duplicità delle divisioni degli strati, e ponno disingannare coloro, che fossero troppo corrivi a credere nate con essi per legge di stratificazione le apparenze di separazioni perpendicolari. Le linee divisorie (AAAA) che tagliano quasi sempre ad angoli retti le orizzontali (BBBB), sono altrettante prove visibili del lavoro dell’acque distruggitrici. Elleno si fanno strada giù per le spalle del colle scavandovi rivoletti (CC), i quali nascondono in qualche sito le divisioni orizzontali (DDDD).

Gli strati, che formano la sommità (E) del masso, su di cui siedeva l’antico Castello, sono di ghiaja fluitata di varie paste, e colori; ve n’à di quarzosa, chi sa mai da quali montagne minerali venuta, e ve n’à, che porta corpi marini lapidefatti. Lo strato (F) è di pietra analoga a quella di Nanto nel Vicentino, ch’è il Moilon de’ Francesi. Vagando pell’aspra collina (GG) e pe’ suoi contorni ò raccolto varie Nummali erranti, sì della spezie volgare, che à le spire nascoste, come di quella men ovvia, che le à di fuori, un bellissimo esemplare di Camite, ed ò veduto fra gli altri petrefatti molte Coralloidi fistulose, e degli Echiniti Africani maltrattati. Vi si ritrovano anche varj Univalvi turbinati, Coclee particolarmente, e Buccini liscj, con qualche raro esemplare di una spezie esotica di Fungite, orbicolare, complanata, anzi talvolta depressa nel centro, che agli orli non à un terzo di linea di grossezza, nè suol eccedere un pollice nel diametro. Sul colle, dov’era anticamente il Castello, trovansi degl’indizj di strato d’un bellissimo marmo ti-