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Le vestigia, che ci rimangono delle mura di Asseria (Tav. II), lo provano assai. Il loro circuito resta tuttora assai precisamente riconoscibile sopra terra, e gira 3600 piedi Romani. La forma dello spazio, cui racchiudono, è d’un poligono bislungo; la materia onde sono state fabbricate, è marmo comune di Dalmazia: ma non del colle, su di cui sorgono, che somministra solamente pietra dolce. I pezzi di questo marmo sono stati tutti lavorati a bugno, e le mura ne furono rivestite dentro, e fuori; qualche pietra arriva a essere lunga dieci piedi, e tutte sono di notabile dimensione. La grossezza di queste fortificazioni è communemente d’otto piedi: ma all’estremità più angusta, che cala verso il piè della collina, sono grosse undici piedi; in qualche sito veggonsi tuttora alte da terra dodici braccia. In un sol luogo (A) vi si trova manifesto indizio della Porta, ch’è coperta dalle rovine; io ò messo i piedi sulla curvatura dell’Arco, e v’à più d’uno de’ vicini abitatori, che si ricorda d’averla veduta a netto. Potrebb’esservi stata un’altra Porta nel sito (B) d’onde adesso si entra. Oltre le porte, due altre aperture (CD) veggonvisi praticate. Ma l’ultima non è così ben conservata come l’altra. Non saprei congetturare a qual uso servissero; non sembrando, che possano essere state porte, nè feritoje, nè scoli d’acqua. Merita molta osservazione il mezzo bastione (E) che conviene benissimo alla moderna Architettura militare. Molte più cose vi vedrebbe degne d’attenzione particolare un Professore di quest’Arte nobilissima. L’Antiquario, o anche il semplice Amatore delle belle Arti, e della buona erudizione non potrà a meno, quando si trovi a Podgraje, di non desiderare, che qualche mano potente Quicquid sub terra est in apricum proferat. A questo desiderio lo moverà particolarmente il vedere che, dalla rovina di quella Città in