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sibbene da una durevole, e progressiva, qual è l’alzamento di Livello del mare, si à da riconoscere questo cangiamento; e dee ridere dell’impresa tentata.
Non è già ch’io creda impossibile il ritrarre parecchie centinaja di campi dall’inondazione, che ogni giorno più s’avanza impaludando le terre migliori presso a quel Lago, e rendendo insalubre l’aria del vicinato. Al contrario, io sono convinto che v’è un ripiego, come sono convinto che non è, nè può essere quello dell’Emissario. Eccolo in poche parole. Si rimettano sull’antico cammino le acque provenienti da Smocovich, che probabilmente portavansi al mare; s’incassino, per quanto riesce possibile, quelle che scendono dal ramo di colline, che fiancheggia la Villa di Vrana, come a dire il rivo di Scorobich, e la ben più abbondante acqua della Biba colla medesima direzione; si facciano vagare nel pendio della Valle l’acque di Riçina, e di Pécchina, che si scaricano adesso senza veruna legge nel Lago, e vi portano ad accrescere un male ciò, che serpeggiando pe’ campi soggetti all’arsura produrrebbe mille beni; si cavino alvei profondi all’acqua, che indispensabilmente dee lasciarsi andare pel paludo; s’alzino gli opportuni argini per mettere al coperto le terre basse; presieda a questi lavori qualche uomo onesto ed intelligente. Ecco il vero, ed unico modo di trar profitto dalle adesso allagate pianure, di dar una direzione all’acque stagnanti, di render forse non del tutto inutile lo scavato Emissario, che presentemente al più potrebbe servire a dar uno sfogo alquanto men tardo alle strabocchevoli piovane.
L’uso vantaggioso, che potrebbe farsi del Lago della Vrana, in qualunque stato egli si voglia considerare, è quello della Pescagione. Le Anguille, che in grandissima quantità vi si trovano, e che sono abbandonate alla po-