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divenuto bastevolmente petroso. Se fossero state molli nel momento di coagmentarsi, l’una avrebbe compenetrato l’altra bene spesso, il che non si vede giammai. La terza asserzione è inconsideratissima per ogni riguardo; imperocchè dall’esame delle pietre aggregate dalle acque risulta precisamente, che non è possibile sieno state unite sotterra, come possono esserlo state quelle, che si riconoscono per produzioni del fuoco Vulcanico. È poi una solenne distrazione il dire, che all’aria aperta non sembra possibile che si generino, o indurino sostanze lapidose: mentre una quantità di stalagmie formansi ne’ luoghi più esposti all’aria; e le incrostazioni petrose delle acque Termali crescono di giorno in giorno all’aperto sotto gli occhi dell’Osservatore. La quarta è affatto lontana dal vero, e dal buon senso Orittologico; dacchè le Breccie trovansi disposte a strati vastissimi, e regolari, sopra altri strati d’impasto meno vario estesi ad eguale vastità; nè può mai essere concepibile, che una forza sotterranea gli abbia espulsi dalle viscere della Terra senza scombussolarli, e sconnetterli in mille modi. La distinzione de’ due tempi Antediluviano, e Diluviano, relativamente a questo genere di pietre, non mi sembra poi soddisfacente. Stando nel suo sistema Diluviano d’onde ripeterebbe il Wallerio le molte petrificazioni di Corpi marini esotici chiuse ne’ ciottoli componenti le Breccie?

Non è però la Breccia il più interessante, e pregevole marmo, che diano l’Isola d’Arbe, e le due Isolette di S. Gregorio, e di Goli contigue al Capo di Loparo. Vi si trova in grandissima abbondanza il Marmo bianco statuario, perfettamente simile nella grana a quello, di cui si servirono gli antichi Romani, che non sempre, come volgarmente credesi, era Greco. Egli non à quella candidezza di neve, che passa per una buona qualità nel mar-