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grado, secondo l’usanza de’ popoli slavi, che le Città di residenza de’ loro Principi con questo nome chiamarono frequentemente1. Ebbe titolo di Vescovato, che fu trasferito a Scardona, dopo che il Doge Ordelafo Faliero, la fece rovinare nel bollor delle guerre cogli Ungheri. Da quelle rovine sorse coll’andar degli anni un Villaggio, che popolatosi di gente rapace, e facinorosa, meritò lo sdegno del Serenissimo Governo e fu atterrato da’ fondamenti nello scorso secolo. Adesso vi abita poca, e povera gente. Il Porto di questa villa è ampio, e sicuro; su le di lui rive io ò raccolto della sabbia piena di conchigliette microscopiche. Il terreno de’ suoi contorni lungo il mare è petroso, ma non ingrato, quantunque le pietre vi sieno di pasta marmorea. Fuori del porto di Biograd àvvi un gruppo d’isolette, che servirono di ricovero sovente agli abitatori del vicino litorale, ne’ tempi dell’incursioni Turchesche.
Pacostiane è povero, ed ignobile luogo, poco distante da Biograd, situato sull’Ismo, che separa il mare dal Lago della Vrana. I pochi, e malsani abitatori si risentono di questa vicinanza, perchè consigliati dalla indocilità de’ loro terreni litorali varcano la palude in picciole barchette, per andar a coltivare le sponde opposte del Lago, e ne respirano gli aliti poco salubri, Costoro si cibano comunemente di pesce lacustre, e in particolare d’Anguille anche ne’ tempi meno opportuni, e
- ↑ Bielograd, o Belograd, e Biograd significa Bianca-Città. Il Bonfinio Dec. I. Lib. VI. fra le Città maritime della Dalmazia distrutte da Attila novera Belgrado, quantunque sembri che prima della irruzione degli Unni non dovesse portare questo nome la Città, che lo portò ne’ secoli posteriori. Se lo portava poi veramente, sarebbe una nuova prova dell’antichità della lingua Slavonica nell’Illirico.