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se, che dalla Terraferma, o dagli Esteri Stati a prezzo esorbitante? Oltre a’ Marmi brecciati io ò veduto a Gelsa de’ pezzi erranti di Lumachella bianco, e nero, composto di terra bituminosa marina indurata, e di piccioli Ortocerati, trasformatisi al solito in Spato calcareo di grana salma.
Quantunque a Gelsa v’abbiano di molte case, e buon numero di persone vestite alla Francese vi vada a villeggiare, io non ò potuto trovarvi col mio denaro provvigioni per me, nè pe’ miei marinaj, ed ò passato la notte a bordo della mia barca. Il paese abbonda di Pescatori; ma questi erano forse all’esercizio dell’arte loro quando io giunsi colà, e quindi non vi trovai quella cortesia, che suole abitare colla povera gente.
La Villa di S. Giorgio, situata sulla punta orientale dell’Isola, è per se un poco osservabile luogo popolato mediocremente. La sola cosa, che possa condurvi un viaggiatore, si è la quantità di Urne Romane, che vi si veggono a poca distanza dal lido ammonticchiate, e sparse pel fondo del mare, dove giacciono da quattordici secoli per lo meno. In alcune di esse leggesi il nome del fabbricatore, dopo d’averle spogliate della crosta poco resistente, di cui l’ànno ricoperte nel giro di tanti anni l’Escare, ed altri Poliparj: i caratteri mostrano d’essere de’ buoni tempi.
L’Isola di Lesina com’è la men povera d’abitatori, così è la più ricca di varietà di prodotti, che sia nell’Adriatico, ed ogni prodotto vi è di buona qualità. Vi si raccoglie vino, oglio, fichi, mandorle, zafferano, miele in osservabile quantità; i luoghi piani danno anche biade, ma in misura non proporzionata al numero degli abitanti. Il clima dolce vi fa moltiplicare gli Aloe, del refe de’ quali si può far uso utilmente all’esempio degli Americani, e de’ Francesi nella Pesca. Le