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bilterra, invasione, di cui non può dubitare chi à esaminato i fondi, e i lidi del nostro mare. I pescatori Lissani assicurano, che il tremuoto vi si fa sentire frequentemente, e con molta violenza; l’aspetto dell’Isola prova anche agli occhi meno prevenuti, che vi accadono sovente delle rivoluzioni; ella è scabrosa, rovinosa, e sconquassata. Avrei avuto voglia di visitare anche l’Isole Diomedee, dette di Tremiti da’ nostri Geografi, alle quali forse dalla frequenza de’ tremuoti è venuto il nome, perchè secondo le mie congetture dovrebbono avere de’ segni Vulcanici: ma vado disanimandomi di giorno in giorno. Io vi confesserò, pregiatissimo Amico, che dopo le scoperte degli antichi Vulcani fatte dalla dotta Compagnia del Cavaliere Banks nell’Isole di Scozia, nell’Islanda, nelle Terre nuovamente trovate; dopo le Osservazioni dell’oculatissimo Vescovo di Londonderry in Irlanda, pel Valese, pell’Alvernia; e dopo i Viaggi Orittologici pe’ Monti degli Svizzeri, della Francia, della Germania fatti di fresco dal celeberrimo Naturalista Signor Giovanni Strange, tutte le cose nostre mi sembrano oggetti microscopici. Il solo vantaggio che ci dà la loro picciolezza, e che m’impedisce dal disgustarmene del tutto, si è, che possono essere più diligentemente esaminati che gli spettacoli maggiori. La Natura è sempre ingegnosa, e grande egualmente; nè agli occhi dell’Osservatore le picciole cristallizzazioni basaltine delle lave volgari, e i piccioli Cristalli de’ Colli Euganei deggiono provar meno, che le meravigliose colonne prismatiche di Staffa, o le grotte Cristalline degli Svizzeri. Egli è però d’uopo di fare sforzi per tenersi presente questa verità; ed allora particolarmente che cadono sotto gli occhi le descrizioni, o i disegni di quelle magnificenze naturali.