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terminato gl’inviti a tentare la fortuna: ma pell’ordinario, disperando di poter andare, e ritornare colla necessaria sollecitudine, gettano al mare le cinquanta e anche le cento migliaja di pesce, per non essere appestati dal puzzo. Ogni migliajo di Sardelle si calcola intorno a uno zecchino di valore; gli Sgomberi in ragione della loro mole vagliono di più. Sarebbe un tratto di benintesa economia Nazionale il piantare sull’Isola di Lissa un magazzino di Sale, onde que’ poveri abitanti non dovesser pur troppo sovente perdere il frutto delle loro fatiche. La pesca de’ Lissani non è circoscritta solamente alle notti oscure de’ mesi estivi; il clima dolce di quell’Isola permette a’ Pescatori l’esercitarsi anche nel Verno. L’affluenza de’ pesci, che amano di ritirarsi a svernare fra gli scogli contigui, somministra de’ compensi ai disagj inseparabili dall’Arte. Tutte le spezie acquatiche crescono, ne’ contorni di Lissa a maggior grandezza che ne’ luoghi più vicini al Continente; le Orate, e i Dentici presi nel Verno soglionvisi mettere in gelatina, ed entrano in commercio così preparati. Fra i pesci curiosi, che si prendono in quelle acque, deesi annoverare principalmente la Paklara, ch’io non ò veduto, ma di cui la descrizione fattami da’ marinaj corrisponde all’Echeneide d’Artedi e di Gouan; non però all’Echeneide, o Remora degli Antichi, secondo la mia opinione1.

I Lissani pella situazione loro lontana dalle altrui acque messi fuori del pericolo di far danno alle Tratte de’ vicini, dovrebbono potersi liberamente servire delle reti, che stimassero più adattate ai fondi, ne’ quali

  1. Artedi Syn. pag. 28. Gouan. Hist Pisc. Gen. XXXVII.