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nente qualche collina, prima che le torbide riempiendo i luoghi bassi delle deposizioni loro appianassero la campagna. Vi dominano le Lenticolari, e petrefatti congeneri strettamente uniti all’impasto marmoreo.
Nell’andare da Zara a Nona cavalcando, io ò osservato una curiosa distribuzione di terreno, che sembrano aver fatta fra loro gli arbusti spontanei, ond’è coperto quel tratto di paese per tredici miglia di lunghezza. Sino alla Villa di Cosino trovansi campi pietrosi, ma sufficienti per le viti, e pel grano; attualmente sono messi a prato, e pessimamente tenuti. Un miglio di là da Cosino trovasi un bosco di Sabina fruticosa, detta in Illirico gluhi smrich, Ginepro sordo, nè vi si trova verun’altra spezie d’arbusto. Vengono, dopo un miglio di Sabine, i Lentischi, che occupano breve tratto; indi Fillirèe, Eriche, Arbuti, ed Elci minori, che vivono in buona società tutti insieme; succedono a questi i Ginepri; e finalmente presso Nona regna libero, e solo il Paliuro, cui chiamano Draça1. Non mi sono avveduto d’alcuna differenza sensibile nelle terre occupate da queste varie famiglie di arbusti. L’Ilex cocci glandifera de’ Botanici è frequentissima lungo il litorale, e pell’Isole della Dalmazia; ma, per quanta diligenza io abbia usato, non mi venne fatto di trovarvi la grana del Kermes. Sarebbe lodevole tentativo il procurare di spargervi la razza di questo insetto prezioso, facendola venire dalle Isole del Levante, dove alligna naturalmente. V’è ogni ragione di sperare che in breve tempo si avrebbe un nuovo prodotto in Dalmazia.
- ↑ Dal Greco δράπτω, pungo. Molte altre voci botaniche della lingua Illirica ànno stretta parentela col Greco, come a cagion d’esempio, trava, erba, δράβη; dervo, legno, δρΰς.