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Nel tenere della picciola Villetta di Tucepi sul Mare abitava in un delizioso Casino fabbricato col gusto de’ nostri della Brenta il Co: Abate Grubbisich, dotto, ed utile, ed ospitale Filosofo, della di cui morte immatura sarò maisempre dolentissimo. Egli avea concepito il progetto di riformare col proprio esempio la malintesa Agricoltura de’ Primoriani; e vi sarebbe infallibilmente riuscito, se avesse avuto lunghezza di vita proporzionata al suo merito. Il Conte Grubbisich avea incominciato dallo studiare il clima dei paese, e l’indole de’ terreni: e in conseguenza di lunghe, e ragionate osservazioni s’era determinato ad un nuovo piano di coltivazione. Le Viti de’ di lui poderi a Tucepi sul pendio delle colline erano alzate da terra tre piedi, e legate a picciole pertiche, e pali longitudinalmente in guisa di siepi piantate a traverso del vento dominante, ch’è il grand’obbietto alle piantagioni elevate in quella contrada. Fra l’una, e l’altra siepe restavano convenienti spazj per le seminagioni, onde si traessero ad un tempo due prodotti dallo stesso terreno, senza spossarlo. Le uve maturavano meglio, erano più abbondanti, e di miglior qualità; le Viti potate alla maniera de’ colli d’Italia promettevano più lunga vita. Gli alberi da frutto, e i Mori veggonsi disposti anch’essi intorno a’ campi coltivati per modo, che non gl’ingombrino incomodando i seminati, o le Viti. Studiavasi poi particolarmente il riflessivo Uomo di piantare gli Ulivi lungo i sentieri, dopo che aveva osservato una differenza notabilissima fra gli alberi di questa spezie piantati nel centro de’ poderi, e quelli che trovansi vicini a’ luoghi di passaggio, ne’ quali riescono più fruttiferi, e meno soggetti all’aridezza. Le muraglie a secco, dalle quali sono sostenuti i terreni di Tucepi, somigliano alle meglio intese de’ Toscani, e de’