Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
acque renderebbe abitabile, e fruttuoso quel pingue Territorio. La palude salmastra, che cinge le mura di Nona, è attissima a somministrare quantità considerabile di pesce, e particolarmente d’Anguille. La Pubblica Munificenza ne accordò l’investitura a privati, che ne traggono un frutto sufficiente. Introducendovi co’ Lavorieri migliori metodi per la pesca, vi si potrebbono marinare, o metter in sale molte migliaja d’Anguille, che servirebbono al nostro commercio interno, e risparmierebbono una parte almeno del dispendio, cui fa la Nazione per acquistare salumi esteri. A sinistra della Città di Nona, costeggiando il mare, si trovano delle muraglie rovinose d’antiche fabbriche, le quali second’ogni apparenza in più lontani tempi siedettero sulla terra ferma, dove ora sono circondate dalle acque. Il mare forma in quel luogo uno stretto, che può passarsi a guazzo, e per cui nelle basse maree a gran pena possono trovar passaggio le più picciole barchette. La Villa vicina corrottamente detta Privlaca da’ Morlacchi abitantivi, e Brevilacqua dai Zaratini, sembra trarre il nome dal guado, che da’ Latini Brevia aquæ soleva chiamarsi. Questo guado separa il Contado di Nona dall’Isola contigua di Puntadura. La costa di Brevilacqua è molto alta, e tagliata a piombo per modo, che lascia vedere scopertamente i varj strati, ond’è composta, e la materia loro. Eglino sono tutti arenarj, o ghiajuolosi, e manifestamente deposti da un fiume antico, che adesso non si vede più. Alcuni di questi strati, e spezialmente i più bassi, pel filtrare dell’acque si rassodano in pietra, e formano una spezie di tronchi d’Osteocolle perpendicolarmente disposti. In qualche luogo di quella costa vedesi a pel d’acqua il marmo, che serve di base agli strati fluviatili; e questo medesimo marmo volgare comparisce dentro terra, dove probabilmente ne stava promi-