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te, che quelle del Mar di Grecia, quantunque sieno molto minori di mole.

Non è facile il calcolare quanto pesce insalato metta in commercio annualmente il Primorie; questa materia è malissimo sistemata per tutta la Dalmazia, ed anche ne’ luoghi, dove i risultati della Pesca sono molto più degni di riflessione. Certa cosa è, che i Macherani (quantunque, in premio della spontanea dedizione abbiano molte esenzioni nel portare alla Scala di Venezia i loro prodotti) si contentano pell’ordinario di vendere il salume agli stranieri. Pretendono d’essere stati addottrinati dalla sperienza, e d’aver trovato maggior vantaggio nel contrattare co’ mercatanti Regnicoli, o Papalini, che co’ nostri. Da vent’anni in poi dicono, che la pescagione è diminuita, e che appena si ritraggono dall’esercitarla profitti che compensino le spese. Io non crederei però, che il pesce n’avesse colpa, e che meno abbondanza ne venisse in cerca di pascolo pel Canale del Primorie; quantunque anche questo possa esser vero, e forse sia da accusarne il deterioramento de’ fondi vicini ai lidi, ne’ quali precipitano coll’acque insieme da’ monti spogliati di boschi terre d’ingrato sapore, e sterili ghiaje. Mi sembra però probabile, che l’impoverimento generale, e progressivo della popolazione Dalmatina sia la principal cagione dell’infelicità delle pesche; l’impotenza fa scemare d’anno in anno il numero delle barche peschereccie, e per conseguenza va mancando il numero de’ Pescatori coraggiosi, che battano il mare, e ne traggano ricche prede, anche nelle notti nuvolose, come altre volte facevano. Sarebbe necessario, non che utile, il promuovere con adattati incoraggimenti l’esercizio, e la moltiplicazione di quest’Arte a segno, che i Pescatori s’incomodassero gli uni cogli altri. La Marina Nazionale vi gua-