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to de’ massi, e de’ monti. Non sembra ammissibile da chi abbia moltiplicato le osservazioni su questo proposito nè l’opinione già celebre del Browallio, nè quella d’un rinomatissimo vivente Matematico, il quale à creduto, che dalla subsidenza delle terre sia da ripetersi l’apparente alzamento dell’acque. I Veneziani sono in istato di giudicare della ragionevolezza di questo sistema, esaminando i cangiamenti della loro Città.
§. 8. Della Città, e Campagna di Nona.
Le rovine di Nona, che dovrebbono somministrare abbondante pascolo alla curiosità degli Antiquarj, sono così sotterrate dalle replicate devastazioni, alle quali quell’infelice Città fu soggetta, che di raro ne scappano fuori vestigj. Io mi vi portai, colla speranza di veder qualche cosa degna d’esser notata: ma mi vi sono trovato deluso. Non solo niente vi resta, che indichi grandezza di tempi Romani, ma nemmeno alcun residuo di Barbara magnificenza, che ricordi que’ secoli, ne’ quali vi risiederono i Re degli Slavi Croati. Ella giace su d’un’Isoletta nel mezzo d’un Porto, che fu ne’ tempi andati capace di ricevere grossi legni, e che adesso si è cangiato in fetida palude, perchè vi mette foce una fiumaretta fangosa, dopo di aver corso pel tratto di sei buone miglia attraverso le pingui campagne abbandonate di quel Distretto. Gli antichi abitatori aveano deviata quest’acqua; e dell’argine da essi fabbricato per farla scaricar nella Valle di Drasnich al mare veggonsi tuttora gli avanzi. Ad onta però della spopolazione de’ campi, e dello squallore del sito, non si perdettero di coraggio i nuovi abitanti di Nona; ed animati da privilegj accordati loro dalla Clemenza del Serenissimo Governo si studiano di farvi ne’ migliori modi rifiorire la Popolazione, e l’Agricoltura. Lo scolo dell’