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non à un castellum validum: ma è un povero borgo di Morlacchi, assai minore d’una villetta in Italia. Dumno, o Duvno non è vicino al fiume Cettina, ma ben quaranta montuose miglia a cammin Francese lontano da esso, e intorno a ventisette da Hlivno. Almissa non è il Peguntium degli Antichi, non à vicino monte, o Castello che si chiami Glodov, ma giace ai piè d’una cima della montagna Dinara, che si chiama Borak. Citluc (p. 159) è de’ Turchi non de’ Veneziani. Il Forte d’Opus non à muraglie che lo cingano, ma solamente terrapieni. Mostàr è sul fiume Narenta, che non può esser confuso col paese di Montenegro settanta buone miglia discosto; non è in luogo aspro; non è lontano venti, ma sessanta miglia da Clobuk.
Io ò ricevuto in Almissa tratti di ospitalità cordiale da parecchi, e segnatamente dal Co: Pietro Caralipeo, cui pella integrità del costume, e pelle nobili maniere vuolsi nominare distintamente. L’aria di questo Paese dovrebb’essere infelice, perchè la Cettina à foci paludose: ma la Natura vi à provveduto, e desta verso la metà della notte in qualunque stagione un vento fresco, che uscendo dalle ripide ed anguste sponde del Fiume viene a purgare il luogo dall’esalazioni insalubri. Ad ogni modo però gli Almissani sono molto soggetti alle terzane nella stagione calda.
La Pesca dentro le foci della Cettina è malissimo trattata, quantunque v’abbiano luoghi opportuni a farla con vantaggio nazionale. I privati Almissani si contentano d’avere de’ vivaj pel bisogno giornaliero, e non si curano di trar vantaggi più estesi da un prodotto, cui ànno sotto le mani. I pesci di quelle acque sono di squisito sapore, e di riguardevole mole, come sogliono essere in tutti i luoghi dove il mare si mescola co’ fiumi. Così nel Mar Nero crescono i pesci