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gne, dove si conserva tutto l’anno, sia un far sorgere il vento Borea distruggitore delle loro piantagioni; e quindi non permettono a chi che sia l’asportarne. Eglino trattano le donne poco civilmente; nè mai le nominano senza premettere una frase di scusa, appunto come i Morlacchi. Questo dee bastare per saggio della loro rozzezza rugginosa. La robustezza, la bellezza della statura, la sobrietà, l’abitudine al lavoro formano de’ Poglizani un popolo di Soldati al bisogno. Eglino abitano un paese inaccessibile a grossi corpi di truppe: e ponno discenderne in formidabile numero. Lo spirito di vendetta li condusse non à molti anni a minacciare la Città d’Almissa, scendendo in grosso corpo da’ loro monti sino alla riva del Fiume, e fu d’uopo del cannone per farli rientrare in se stessi. Nel tenere de’ Poglizani è un Casale detto Pirun Dubrava, il di cui nome significa la Selva di Pirun. Forse vi si adorava anticamente l’Idolo Perun, che occupava gli altari Slavonici anche a Novogorod, prima che Giovanni Basilio Gran-Duca di Moscovia avesse conquistato quella famosa Città, e le Provincie che ne dipendono.

§. 10. Della Città d’Almissa. Ingiustizia fatta dal P. Farlati a quegli abitanti. Errori Geografici dello stesso.

Almissa, detta Omish dagli Slavi, è peravventura l’Onæum degli antichi Geografi, non il Peguntium come volgarmente si crede. Ella giace appiè di rupi altissime su d’una punta di terreno piano bagnata dalla Cettina, e dal mare. Il Busching, perchè goda di miglior aria, l’à collocata su d’un alto scoglio, e il P. Farlati più volte citato francamente asserisce, ch’ella è fabbricata sul monte, come anche aggiunge con egual esattezza, ch’è cinque miglia lontana dalle rovine