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le Turchi nell’ultima guerra, non è mai stato un gran pezzo d’Architettura militare. V’à chi vuole fosse in quel medesimo sito Aleta. Una sola Iscrizione ben conservata in marmo Greco vi si trova, non di fresco incassata nella muraglia d’una casa; ma potrebb’essere stata portata, come qualche altra delle rovine d’Æquum non più che cinque brevi miglia lontane, o forse da qualche altra Città più antica, di cui anche il nome, e le rovine sonosi perdute. Lo stesso però non convien dire d’un’altra Iscrizione, e di qualche bassorilievo mal conservato, che vedesi nel luogo detto le Fontane, poco distante da Scign, d’onde furono disotterrate parecchie fiate delle cose antiche. Il sito è per se bellissimo, nè sarà stato trascurato dai Romani, che si piantarono sempre ne’ migliori luoghi de’ paesi conquistati. I Turchi vi fortificarono un ripido masso alla barbara usanza loro, vale a dire senza veruna intelligenza, ed astraendo dall’uso del cannone. Le loro fortificazioni si sono quasi affatto sfasciate, quantunque il Busching descriva questo luogo come assai ben tenuto. A Scign risiede un Nobile Veneziano con titolo di Provveditore, e v’ànno de’ quartieri pella Cavalleria, le di cui occupazioni principali sono il somministrare scorte alle Caravane provenienti dal paese Turco, dirette alla Scala di Spalatro.
Il Colle di Scign è di Breccia disposta irregolarmente di maniera, che sembra piuttosto di vedervi rovine di strati, che strati. Egli è situato nel fondo della pianura, che va sino alla Cettina, ed è spesso allagata dagli straripamenti di esso Fiume. Sotto la Borgata il piano è angustissimo, e circoscritto da monti, che attaccano col Cucuzu Clanaz. V’ànno degli strati di Argilla azzurrognola, che scopronsi alle radici di essi monti, ne’ quali sono prese varie spezie di Corpi ma-