Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/301

fabbricare i Morlacchi. La base di queste protuberanze del terreno talora è d’argilla conchifera cenerognola.

§. 5. Delle Colline Vulcaniche, e de’ Laghi di Krin. Gesso di Scign.

Noi ci fermammo a Krin, dove ci arrecò cortesemente dei favi di miele il povero abitatore d’un tugurio più deliziosamente situato, che molti Palazzi di ricchi Signori nol sono. Egli non s’era in alcun modo riparato dalla vendetta delle api per estrarli; e non so come niuna di esse lo abbia ferito, benchè con molta flemma facesse il fatto suo frugando nell’alveare. Il miele, cui ci pose dinanzi, era d’una qualità oltre ogni espressione perfetta; mentre stavamo mangiandolo all’ombra degli alberi, la maggiore delle figlie del poveruomo venne ad offerire a ciascuno di noi un mazzolino d’erbe odorose. Non è possibile, cred’io, d’essere insensibili a questi tratti di semplice Ospitalità rusticana. La sommità del monticello di Krin è di pietra simile a quella d’Æquum, il piede sembra Vulcanico; e quindi una sorte di poro igneo, e terra ferruginosa pesante indurata dal fuoco, trovasi fra esso monticello, e i Laghi contingui, che ne portano il nome. Questi Laghetti sono popolati da poca varietà di pesci, fra’ quali pretendono quegli abitanti ve n’abbia una spezie irsuta. Alcuno di essi molto sul serio ce la descrisse; aggiungendo, che di rado se ne potea prendere senz’avvelenar l’acque, perchè abitavano nel fondo. Io non sono disposto a credere in fatto di stravaganze fisiche se non quello che vedo; e quindi avrei voluto vedere il pesce peloso per credere che vi fosse. I due Laghi di Krin sono divisi da un picciolo Ismo, per di sotto al quale comunicano; la terra intermedia trema sotto i piedi di chi vi cammina. Nella prateria di Margude, ove