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quanto che quelle ova rosse ànno di molta rassomiglianza colla grana del Kermes tintorio. Io spero, che stiacciandole, e riunendole in massa prima che sbuccino, o dagli animaluzzi uccisi appena sbucciati si avrà una pasta da farne qualche cosa di ragionevole. Il Quinquerano, cent’ottant’anni sono, scrisse della grana del Kermes circostanze, che molto convengono a questa nuova grana del fico. 1

Non è antica, nè costante questa malattia de’ fichi pell’Isole, e lidi della Dalmazia. Se ’l Verno freddo più dell’usato si faccia sentire in qualche Distretto, il paese resta per quell’anno quasi totalmente libero dagl’incomodi insetti, che fanno un vero danno alla provincia, dove i fichi formano un importante capo di commercio. L’albero, di cui questa genìa s’è impossessata, porta insipidi, e schifosi frutti, perchè ricoperti anch’essi, come le foglie, e i rami, della nuova generazione resavisi di già immobile, e sepolta sotto la sua spoglia di Lacca.

Quando però gli alberi abbiano sofferto per due, o tre anni di seguito questa peste, la corteccia annerita, e tutta cariosa si distacca dai rami, che infracidiscono; l’aspetto loro è squallido anche nel fine di Primavera, e

  1. Has autem baccas quando vident in vermiculos abire velle illos aceto, vel aqua frigidissima ex puteo adspergunt, & in loco tepido supra fornacem, seu in sole lente exsiccant, donec moriantur. Aliquando animalcula ista a vesiculis relictis segregant, & extremitatibus digitorum leniter comprehendendo in pilam, seu massam rotundam efformant, quae multo pretiosior est granis, & ideo majori pretio a mercatoribus emitur. Quinqueran. ap. Cestonium, in Ep. mss. ad Vallisnerium Seniorem. Dove si dee notare, che le voci vermis, e vermiculus usavansi frequentemente in quel tempo per indicare un insetto qualunque.