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lagevoli cavità de’ monti. Colà si può scoprire la Natura sul fatto, e raccogliere abbondanti materiali per fabbricare buone Teorie, o almeno buoni stromenti per distruggere le mal architettate. Io sono stato poco fortunato sino ad ora; tutte le caverne naturali de’ monti calcarei, nelle quali mi sono internato, si somigliarono; ma spero ancora di trovare un dì o l’altro qualche cosa, che si tragga dall’ordinaria monotonia, visitando montagne minerali non ancora sviscerate dagli uomini. Che belle lezioni di Chimica naturale denno trovarsi scritte nelle loro cieche spelonche! Dopo l’esame, ch’io ò fatto talvolta de’ Sistemi, e Classificazioni ordinate da’ più rinomati Orittologi, confrontando i Fossili colle descrizioni risguardanti la loro genesi, mi è sembrato di trovare, che la Natura fosse stata mal interpretata da’ principali suoi Sacerdoti. Ardirei quindi asserire, che la parte sotterranea della Scienza Naturale à d’uopo tuttora di grandi ajuti, e di osservazioni ben istituite da uomini non prevenuti, per essere tollerabilmente piantata.

Fra le peregrinazioni di sotterra, che ponno recar piacere agli Amatori della Geografia fisica, merita d’essere contata quella, che noi fecimo nella più estesa Caverna delle fonti di Cettina. Ella ci à dato qualche cosa più che gli altri viaggi sotterranei, per le viscere de’ monti calcarei. Poco cammino vi si può far in piedi presso la bocca. Noi dovemmo curvarci di molto, poi metterci a terra, e strascinarci sul ventre per uno stretto, aspro, e limaccioso sentiero, atto a far cangiare d’opinione la maggior parte de’ curiosi. I lavori comuni degli stillicidj, ne’ quali c’incontrammo sovente, son colaggiù tanto varj, e moltiplicati quanto si può desiderare in angusti luoghi, dove non ponno essere magnifici come nelle Grotte d’Antiparo, e nella Caverna