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lusingava di trovarvi qualche pregevole Iscrizione Greca, e non mancai di frugare con quest’oggetto per ogni angolo del Villaggio; tutto fu vano. Vi si vedono de’ rottami di Lapide Latine affatto spregevoli. Io mi dovetti contentare di ricopiarne una sola intera, che vi ò rinvenuta nel pavimento della Chiesa. È probabile che da quegli abitanti me ne sia stata nascosta qualche altra; eglino sono abitualmente in sospetto del Forastiere, e particolarmente dell’Italiano; nè per dir il vero ànno sempre il torto.

Il fiumicello di Xernovniza non viene di molto lontano. Egli à piccioli principj frà Squercich e Dubrava dalle falde del Monte Mossor; fa una cascata non molto lontano dalla sua fonte, indi gira varie ruote di mulini; e dopo un corso di cinque miglia mette in mare non ignobilmente. Le di lui acque nodriscono pesci di squisito sapore; e quelli del mare amano di nuotare d’intorno alle sue foci, Quindi gli abitanti di Stobrez usano d’andare scalzi diguazzando pel Porto ad una pesca, cui si dovrebbe ragionevolmente dare il nome di caccia, da che vi s’inseguono, feriscono, ed infilzano i pesci con ispuntoni armati di ferro. Io volli portarmi alla Villetta di Xernovniza sì per esaminare un poco il corso del fiume, come per vedere delle Iscrizioni, che si veggono colassù in una Chiesa, per quanto mi fu detto a Stobrez. Il viaggio è di tre miglia poco più. La prima collina, ch’io dovetti varcare, mi fermò per la quantità innumerabile di Nummali sciolte, onde à coperte le falde; io ve ne raccolsi buon numero di perfettamente intere, e di grandezza osservabile. Se ne trovano di compresse, e anche colla spirale esteriore; fra di esse si raccolgono frammenti d’Ostraciti lapidefatti, ed Elmintoliti rostrati simili alle Corna d’Ammone bianche, di quella medesima spezie, ch’è