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delle quali ci condussero le nostre guide per rimetterci su la via di Clissa. La loro figura è circolare, e tutto d’intorno sono chiuse dai monti. Parrebbe, che dovessero avere profondo e pingue terreno: eppure la non è così. Elleno sono piane, ma così povere di terra, e ricche di roccie taglienti, che sembrano sommità d’antichi, e nudi monti avvallate per mancanza di fondamenti. Di sì fatti avvallamenti sogliono accadere nelle regioni cavernose, per di sotto alle quali scorrono fiumi; e perdonsi le acque raccolte da una vasta superfizie. L’ampia Valle di Prugovo si trasforma sovente in profondissimo Lago nel tempo d’Inverno, e a poco a poco resta asciutta sul finire di Primavera. Il fiume di Salona, ch’esce già formato dalle radici del monte, e quello de’ mulini di Traù devono probabilmente l’origine e gli accrescimenti loro alle acque, che si sprofondano da questa, e simili Valli sotterra.
§. 7. Delle rovine d’Epezio, e de’ petrefatti che si trovano in que’ contorni.
Sei o sette miglia lontano da Spalatro verso Levante, e tre miglia da Salona trovansi i residui dell’antico Epetium, Colonia degl’Issei. Il luogo chiamasi adesso Stobrez. Per andarvi per terra da Salona si passa vicino a varj archi dell’Acquedotto di Diocleziano, dal volgo chiamati Ponte-secco, e sotto d’un masso isolato detto per eccellenza Kamen1, che portò in altri tempi qualche Fortino, come da’ vestigj di muraglie che vi rimangono si può dedurre.
La situazione d’Epezio era bellissima. La Città sor-
- ↑ Kamen, sasso.