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impasto di Telline, e d’Anomie profondamente striate, simili a quelle, che non di raro trovansi lapidefatte ne’ monti del veronese1. Un pezzo di questo marmo tegolare, ch’io ò portato meco, fatto pulire divenne un Pardiglio, cupo lumachellato, sparso di stelle bianche, le quali altro non sono che sezioni orizzontali di picciole Asterie colonnari angolose2. Una delle superficie di questo marmo nel suo stato naturale mostra le Conchiglie petrefatte prone, l’altra solamente le loro impressioni concave.
Sotto il Casale v’à una mediocremente estesa campagna, cui attraversai per andar a leggere un’Iscrizione disotterratavi pochi mesi addietro.
La più osservabile cosa, ch’io abbia colà veduto, furono de’ gran massi di Breccia macchiata di pagonazzo, e d’altri bellissimi colori. Superbe colonne, e magnifici monumenti potrebbonsene lavorare, se il luogo fosse meno lontano dal mare, o più praticabili le strade intermedie. A Roma si vede impiegata una Breccia antica similissima a questa nelle opere più riguardevoli; e gli scalpellini la conoscono sotto il nome di Breccia corallata. Chi sa, che negli andati secoli un paese tanto abitato da Colonie Romane, e frequentato dalle milizie non avesse delle strade comode, di cui adesso abbiamo perduto ad un tratto i vestigj, e la memoria?
Ghisdavaz, e Prugovo sono due Valli, attraverso