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à creduto che fosse il Traguriense degli Antichi, non so quanto bene apponendosi1.
Ò per la prima volta veduto su di quest’isola una curiosa spezie di Kermes (se pur questo nome può convenirgli, e piuttosto non si dee formarne un nuovo Genere) sul fico, e non risovvenendomi d’aver letto alcuno Autore che l’abbia descritta, nè d’averne veduto la figura ne’ libri classici d’Insettologia, l’ò voluta far disegnare. Questo insetto è differentissimo dal Faux-Puceron del Sig. di Reaumur, che non si è mai lasciato trovare da me su’ fichi della Dalmazia. Osservi l’E. V. il ramoscello di fico, (Tav. I, Fig. A) su di cui stanno attaccate le Galle, se pur con tal nome ponno esser senza improprietà chiamate queste Crisalidi singolarissime. Egli non è de’ più carichi; v’à tale albero, i di cui rami minori tutti ne sono così eccessivamente coperti, che rassomigliano a un vajuoloso pieno di pustole accavallate. La Figura B. mostra la Galla alcun poco ingrandita; ella è per certo uno de’ più eleganti lavori, che l’Insettologia possa offerire a’ curiosi. La sua cupola è striata, ma così minutamente, che non perde punto della levigatezza se sia guardata coll’occhio nudo. La sommità di essa è costantemente adornata da una papilla, che ricorda quelle nelle quali stanno incastrate le spine degli Echini. La parte inferiore intorno alla base è circondata da otto papille quasi del tutto simili alla superiore, che corrispondono ad altrettanti fermagli, co’ quali si è da prima attaccato per disotto l’animaluzzo alla corteccia. La grandezza di queste Galle è inuguale: ve n’ànno di quelle, che restano mes-
- ↑ Donati Saggio d’Istoria Naturale dell’Adriatico, p. VIII.