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altro coll’estremità volte all’insù, diametralmente all’opposto di quanto suolsi ordinariamente osservare dell’indole degli strati curvi. Chi volesse giudicarne di lontano sarebbe mal avveduto, e arrischierebbe di darne qualche pazza spiegazione; come pur troppo sogliono fare anche i maggiori Naturalisti, allorchè vogliono dicifrare qualche strano fenomeno dopo un’ispezione superficiale, o sulle altrui relazioni: come quel galantuomo che scrisse dell’Istoria Naturale dell’Alpi Svizzere, senz’esservisi mai portato a viaggiare. L’erezione dell’estremità degli strati del Mossor è un inganno fatto all’occhio dalla distanza, e dalla inferiorità del sito, su del quale stando si possono osservare. Io gli avea creduti, nel primo viaggio che vi feci, uno di quegli scherzi, de’ quali l’antico mare à lasciato le impressioni nascoste nelle viscere de’ monti, e cui il tempo, e i torrenti scoprono talvolta per tormentare il cervello degli Orittologi. Ma l’aspetto lontano m’avea ingannato. Le apparenti estremità de’ semicircoli non lo sono di fatto, ma sono bensì punti della circonferenza di quegli strati scoperti, e isolati dalle acque eventuali, che dalla sommità sino al piede dell’accidentale collina stanno orizzontalmente colcati l’un sopra dell’altro. Lo scoglio isolato, su del quale sorge Clissa, è per la maggior parte di breccia marmorea, la di cui origine è submarina, da che fra un sassolino e l’altro trovansi presi corpicelli marini isolati. I sassolini poi medesimi, che formano quella breccia, racchiudono delle Lenticolari molto anteriori di data all’impasto petroso, nel quale adesso si trovano. La base dello scoglio è di cote, corrispondente alla già descritta delle marine di Spalatro; e fra di essa e ’l marmo corre un filone incostante di pietra calcarea soda, piena di Testacei calcinati e sovente zeppi di terra bituminosa lapidefatta.