Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/265

lazzo Arcivescovile Monsignor Garagnini, pio, ed ospitale Prelato, Padre dei poveri, e particolarmente benemerito della Storia Naturale pell’accoglienza fatta all’Amico mio Signor Martino Brunnich P.P. a Coppenhague, che in segno della sua gratitudine gli à dedicato un Opuscolo sopra i pesci dell’Adriatico1.

La Città di Salona, che fu sì grande e prima, e dopo d’aver subito il giogo Romano, è adesso un meschino villaggio, che conserva poco riconoscibili avanzi dell’antico splendore. Fa d’uopo, che i due ultimi secoli abbiano distrutto ciò, ch’era sfuggito alla barbarie delle Nazioni settentrionali, che la rovinarono. Io trovo in una pregevole Relazione ms. della Dalmazia, scritta dal Senatore Giambattista Giustiniani intorno alla metà del XVI secolo un cenno di quanto vi sussisteva in quel tempo.

„La nobiltà, grandezza, e magnificienza della Città di Salona si comprende dai volti, ed archi del Teatro meraviglioso, che oggi si vedono, dalle grandissime pietre di finissimo marmore, che sono sparse e sepolte per quei campi; dalla bella colonna fatta di tre pezzi di marmore, la quale sta ancor in piedi nel luogo, dove si dice ch’era l’Arsenale verso la marina; e dai molti archi di meravigliosa eccellenza sostentati da colonne altissime di marmore, la cui altezza è un tirar di mano, sopra li quali v’era un Acquedotto che conduceva da Salona a Spalatro... Si vedono d’appresso diverse rovine, e vestigie di gran Palazzi, e in molte bellissime pietre di marmore si leggono Epitafi antiqui: ma il terreno ch’

  1. Martini Th. Brunnichii, Ichthyologia Massiliensis, & Spec. Ichth. Hadr. & c. Hafniæ & Lipsiæ. 1769. in-8.