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fatto disegnare varj pezzi di questo marmo, ne’ quali veggonsi prominenti gli Ortocerati; e descriverò più minutamente i corpi presivi dentro, quando farò parola dell’Isoletta su di cui ò raccolto i più interessanti. Voi troverete certamente, Eccellentissimo Signore, che fa una strana sensazione al galantuomo quell’asseverante sine dubio, non appoggiato a veruna prova di fatto, e contraddetto poi immediatamente da quel deperditus; e quindi non vorrete condannarmi, se mi sono emancipato fino al dir contro un celeberrimo Uomo, riverito meritamente dalla maggior parte dei coltivatori della Scienza Naturale.
La seconda spezie di marmo d’Uglian, analoga alla pietra ostreifera d’Ulbo, contiene gran quantità d’Ostraciti conservatissime, e riconoscibili, ma non separabili agevolmente dalla troppo resistente pasta lapidosa, in cui stanno prese; si lasciano particolarmente vedere sulla superfizie di que’ pezzi di marmo, che sono stati lungamente esposti all’azione dell’aria, e delle pioggie. Tanto quel primo, ch’è composto d’Ortocerati, quanto questo ostreifero sono di color bianco, ma rigidi, e intrattabili dallo scalpello di chi volesse trarne lavoro men che grossolano. Sarebbe più atto a prender forma sotto l’artefice il terzo, ch’è assai compatto, e ritiene bensì corpi marini, ma così infranti, o così compenetrati dalla sostanza lapidosa, che non si ponno per ignun modo sconnettere. Le sommità de’ colli d’Uglian sono di marmo calcareo, compatto, di parti impalpabili, Istriano, Dalmatino, o Apennino che dir si voglia, da che l’impasto medesimo descritto più addietro come dominante in Ulbo, a vicenda colle breccie domina su le altezze di tutte queste Provincie, e in Italia. Il Donati, descrivendolo meno esattamente che il Linneo, lo chiama Marmo opaco, di grana uniforme, di colore biancastro, ed