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terra argillosa, eglino hanno però subito così differenti modificazioni, che meritano un esame particolare, e minuto. Il filone inclinato CC è di pietra Lenticolare, grigia, marmorea, di grana fina, diviso in pezzi, che ricevono pulimento quanto ogni altro marmo calcareo. È di fatti perfettamente calcarea la sostanza di questa pietra, che di Corpi marini lapidefatti è unicamente composta. Le divisioni DDDD sono di filoni grigio-ferruginosi di materia simigliante alla cote, senz’apparenza di Corpi marini. Se si tragga dal suo luogo naturale un pezzo di questi filoni, la continuità de’ quali è divisa in piccioli ritagli, e si esamini colcato orizzontalmente, vi si distingue chiaramente il corso, che una volta presero a traverso di quella massa le acque cariche di particole ocracee, che si deposero a poco a poco fra gl’intersitizj scavatisi nel passaggio, e li chiusero. Il lavoro di queste acque ferruginose rappresenta a un di presso l’opera reticolata degli Antichi; non à però la medesima solidità, da che sconnettesi agevolmente cedendo ad ogni picciola forza, e spesso all’azione dell’acque piovane, che vi passano, e delle marine, che vi percuotono (Tav. VIII, Fig. A). Lo spazio segnato EE non si può dire propriamente lapidoso. Egli è d’argilla biancastra, che trae al ceruleo senza miscuglio d’arena, indurata, che si rompe in pezzuoli di superficie liscia, e vergata di fluore piriticoso dendromorfitico. Sembra, che tutta, o per la maggior parte, l’acqua impregnata di parti ferree disciolte in ocra, e di atometti spatosi, che doveasi distribuire inzuppando quest’argilla, abbia preso corso, e corso impaziente d’indugio pell’irregolare cammino FF, la di cui pasta è divenuta simile a quella del filone CC. Provano manifestamente la direzione tenuta dall’acqua ora saturata di particole tartarose, ora d’ocracee alcune croste