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mente potrà imporre a segno l’autorità di pochi, o la voce di molti, che ci renda corrivi nell’asserire le cose non esaminate cogli occhi nostri medesimi. Non è già per questo, ch’io stimi deggiano da Voi essere tenute in dubbio le osservazioni, delle quali io vi rendessi conto minutamente; nè che mi resti veruna incertezza sopra l’esatta verità di quanto mi comunicate per vostra gentilezza sovente. È troppo necessaria, e ragionevole la reciproca fiducia fra gli uomini, che senza spirito di prevenzione pongonsi ad osservare la struttura de’ monti, l’indole delle acque, degli animali, o di qualunque altra produzione della Natura, coll’unica mira d’investigare il vero.

§. 1. Descrizione degli strati, e filoni del Promontorio Marian. Sbaglio del Donati rilevato.

Fra le foci del fiume Hyader, ora detto Salona, e l’imboccatura della Xernovniza, altro fiumicello non conosciuto forse da’ Geografi antichi, stendesi un Promontorio, la di cui punta è formata dal Monte Marian, e la base delle radici del Mossor. Costeggiando per mare colla barchetta questo tratto di paese, io feci più volte prender riposo a’ miei rematori per esaminare dappresso le strane modificazioni di materie calcaree disposte lungo quelle rive, con leggi differentissime da quelle, che i maestri della Natura sogliono prescrivere in bei discorsi su le stratificazioni, pensati, e dettati senza dilungarsi dallo scrittoio. Fra molti luoghi osservabili di quella costa fabbricata di varietà, che hanno però sempre una base argilloso-cretacea, io ne ho fatto disegnare uno del primo picciolo seno, che trovasi lungo al lido del medesimo Promontorio, dove secondo la Tavola di Peutingero, era un Tem-