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inopportunissimo il momento del vostro ritorno da un Viaggio Orittologico pell’Alpi svizzere, e pell’Alvernia, d’onde ci riportate tanto magnifici oggetti di meditazioni. Che differenza dalla Germania, e dalla Francia alla Dalmazia! Oltre a ciò, che vi si è presentato di grande naturalmente, Voi avete incontrato cento istruttive Collezioni di scelti Corpi appartenenti al Regno Fossile; e dopo d’averle esaminate, vi siete portato ne’ più importanti luoghi personalmente colla sicurezza di non fare le gite indarno. Io all’opposto ò viaggiato per un vasto paese, dove le Scienze poco sono coltivate, e la Storia Naturale appena è conosciuta di nome. Le mie spedizioni si sono fatte alla ventura; io me n’andai sovente errando come un cieco per vasti deserti, e per alpestri montagne, colla speranza d’incontrare qualche cosa che mi ristorasse delle fatiche, e trovandomi pur troppo spesso ingannato. Nulla potei sapere delle produzioni utili, o curiose di queste contrade, se non quanto cogli occhj proprj ne potei vedere: nè v’ebbe quasi alcuno che abbia voluto, o saputo dirigere i miei passi piuttosto a una parte che all’altra. Per tutti questi discapiti sarebbemi mancato il coraggio di scrivere all’E. V. dettagli Orittologici, se non mi avesse rincorato il sapere, che le osservazioni esatte sopra le cose ovvie, e mal esaminate dal volgo degli Orittografi interessano il vero Naturalista più che le strane, e peregrine sopra fenomeni poco estesi, che pell’ordinario mediocremente possono confluire ad appoggiare le universali Teorie. Io ò appreso da Voi molte diligenze nell’osservare, e in molte mie particolari pratiche m’à confermato l’autorevole esempio vostro; quindi come a Voi accadde sovente è anche a me talvolta accaduto di trovare false di pianta le asserzioni di accreditati Scrittori sopra punti di fatto fisico. Nè a Voi, nè a me certa-